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Il Cammino di Santiago in Bicicletta: L’Estate in cui abbiamo Pedalato Fino alla Fine del Mondo
26/03/2025- Autore Silvia Donatiello
- Tag Destinazioni Europa Tipi di Viaggio Esperienze Specifiche Viaggi in Bici Viaggi Sostenibili Storie di Viaggiatori Bikelife Be True Be Green Be Isy Cicloturismo
C’è qualcosa di mitico nel Cammino di Santiago. Un’eco che richiama viaggiatori da ogni angolo del mondo. Per anni avevamo fantasticato sull’idea di percorrerlo, e un’estate, finalmente, lo abbiamo fatto: io e il mio compagno, due bici, una voglia matta di perderci e ritrovarci lungo il Camino Francés, quello che porta a Santiago de Compostela attraversando l’anima più profonda della Spagna. Non sapevamo bene cosa aspettarci. E in fondo, è meglio così. Perché il Cammino di Santiago in bici non si racconta con una guida, si vive con le gambe, con il cuore, e con lo sguardo che si allarga ogni giorno un po’ di più.
León: il punto di partenza, tra guglie gotiche e tapas
Il nostro viaggio è cominciato a León, città dalla bellezza austera e raffinata. Dopo aver lasciato i bagagli in hotel, ci siamo persi tra le vetrate colorate della Cattedrale e le pietre consumate della Basilica di San Isidoro. Passeggiando sulle antiche mura romane, ci siamo immersi nell’atmosfera del Cammino, incontrando i primi pellegrini a piedi, scambiando sorrisi e timide parole in più lingue.
Dalle Mesetas ad Astorga: silenzio, grano e cielo
Pedalare sulle Mesetas è come entrare in un quadro minimalista: distese di grano dorato, silenzi profondi e un cielo che sembra immenso. Le ruote scorrono leggere, i pensieri pure. Arrivati ad Astorga, ci ha accolti una città elegante e viva, dove Gotico, Barocco e Rinascimento convivono nella Cattedrale e nel vicino Palazzo Vescovile progettato da Gaudí. Ci siamo concessi un’abbondante cena – era impossibile resistere al cioccolato artigianale e al cocido maragato – e un sonno rigenerante.
Verso Ponferrada: castelli templari e ponti da leggenda
Da Astorga, ogni tappa sembrava diventare più intensa. A Campo, una sosta silenziosa presso l’Eremita del Santo Cristo ci ha dato una pausa di raccoglimento, un momento quasi mistico. Arrivati a Ponferrada, con il suo possente castello templare, ci siamo sentiti trasportati nel Medioevo. Abbiamo esplorato i ponti storici sul fiume Boeza, immaginando i pellegrini di secoli fa camminare con la stessa determinazione.
La salita a O Cebreiro: fatica, bellezza e spiritualità
La salita verso O Cebreiro è stata una delle esperienze più emozionanti – e faticose – del nostro Cammino. Il paesaggio cambiava a ogni curva: verdi vallate, sentieri ombrosi, aria più fresca. Una volta arrivati in cima, a quota 1300 metri, sembrava di toccare il cielo con un dito. Il villaggio di O Cebreiro è un luogo senza tempo, con le sue pallozas dal tetto in paglia e la chiesetta di Santa María la Real, dove abbiamo scoperto la leggenda del Santo Calice. La sensazione di essere parte di qualcosa di più grande era tangibile.
Galizia: boschi, borghi e ponti sommersi
Dopo la salita, la discesa verso Portomarín è stata pura gioia. Le ruote scorrevano leggere e la Galizia ci abbracciava con il suo verde intenso e i profumi di eucalipto. Portomarín ci ha stupiti con la sua storia affascinante: l’antico borgo fu spostato pietra su pietra per far spazio a una diga, e oggi la Chiesa-Fortezza di San Giovanni domina il nuovo centro abitato come sentinella della memoria.
Formaggio, pietre e incontri
Il tratto tra Palas de Rei, Melide e Arzúa ci ha regalato incontri e sapori. A Melide, ci siamo fermati per un assaggio di pulpo a feira, il polpo alla galiziana servito su piatto di legno, mentre osservavamo la croce in pietra che accoglie i pellegrini da secoli. Arzúa, poi, ci ha conquistati con la sua atmosfera vivace e il formaggio cremoso DOP che ancora sogniamo la notte.
Santiago de Compostela: lacrime e sorrisi
Arrivare a Santiago de Compostela è un’emozione che travolge. Il paesaggio si fa sempre più rigoglioso, i pellegrini si moltiplicano e l’energia cambia. A Monte do Gozo, dove per la prima volta si scorge la città, ci siamo fermati a guardare l’orizzonte e quasi in silenzio mentre i nostri occhi parlavano da soli. Attraversare Lavacolla, dove i pellegrini antichi si lavavano prima dell’ingresso, e poi raggiungere la Cattedrale di Santiago, è stato come chiudere un cerchio. Siamo entrati in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. Poi ci siamo guardati e abbiamo sorriso: ce l’avevamo fatta.
Il Cammino di Santiago in bici: un viaggio dentro e fuori di sé
Non è solo un percorso, è una trasformazione. Il Cammino di Santiago in bicicletta è una scuola di lentezza, di resilienza, di meraviglia. Abbiamo dormito in rifugi essenziali, condiviso la strada con sconosciuti che diventavano amici, e ogni sera, davanti a un piatto caldo, ci siamo sentiti parte di una piccola comunità globale.
Se state pensando di fare questo viaggio, fatelo. In estate, il sole illumina i campi, i paesi sono vivi, e la fatica si mescola con la bellezza. Noi lo rifaremmo domani.