Wine Safari in Bicicletta nelle Marche: Pedalate d'Autunno tra Vigneti, Borghi e Calici pieni

26/03/2025

Ci sono viaggi che nascono da un bisogno di fuga, e altri che sbocciano come un buon vino: lentamente, con il tempo giusto, e un pizzico di magia. Il nostro Wine Safari in bicicletta nelle Marche è nato così, tra una chiacchiera tra amici e il desiderio comune di staccare la spina e immergerci in un paesaggio fatto di colline, vigneti e piccoli borghi pieni di storie. L’autunno era il momento perfetto: le foglie si accendevano di rosso e oro, l’aria era frizzante e i filari carichi di uva raccontavano che la vendemmia era appena passata. Siamo partiti da Morro d’Alba, una perla del vino marchigiano, famosa per il suo Lacrima, un rosso intenso e profumato, come le emozioni che ci aspettavano. Dopo esserci sistemati in un agriturismo immerso tra le vigne, abbiamo passeggiato tra i filari, respirando il silenzio delle colline. Già da lì, avevamo capito che questo non sarebbe stato un semplice viaggio, ma un'esperienza da assaporare a ritmo lento, sorso dopo sorso.

Tra castelli, vigne e cantine: la bellezza del ritmo lento

In sella alle nostre bici, abbiamo cominciato a esplorare le Terre dei Goti di Alarico, attraversando borghi come San Marcello Montecarotto, tra stradine bordate da cipressi e scorci che sembravano dipinti. L’autunno, in questa parte delle Marche, ha un sapore dolce: il profumo della terra umida, il calore del sole ancora gentile, le prime castagne nei mercati locali. Una sosta al Castello di Castiglioni, vicino ad Arcevia, ci ha regalato una vista panoramica da togliere il fiato. Lì abbiamo assaggiato un Lacrima appena spillato, corposo e sincero come le persone che ci hanno accolto. Ogni tappa era una scoperta, ogni cantina una piccola storia di famiglia, passione e fatica trasformata in eccellenza.

Cupramontana, Staffolo e la Vallesina: viaggio nel cuore del Verdicchio

Lasciandoci alle spalle Rosora, ci siamo inoltrati in una delle zone più suggestive per gli amanti del vino: il regno del Verdicchio dei Castelli di Jesi. I paesaggi sembravano infiniti: borghi appollaiati sulle alture, file ordinate di viti che si rincorrevano fino all’orizzonte, e quella luce dorata tipica dell’autunno che rende tutto più poetico. A Cupramontana, patria del Verdicchio, ci siamo concessi una lunga pausa in una cantina locale, ascoltando storie di uve e fermentazioni come se fossero fiabe. Poi su, verso Staffolo, un borgo incantato sospeso sulla Vallesina, dove il vento portava il profumo delle vinacce e le campane suonavano lente, come in un film d’altri tempi.  La tappa a Tenuta Tavignano è stata un crescendo: degustazioni raffinate, una vista mozzafiato, e il castello che dominava il paesaggio come un guardiano silenzioso. Là abbiamo riso, brindato e capito che stavamo creando ricordi che avremmo custodito a lungo.

Jesi: la conclusione perfetta tra tradizione contadina e arte

L’ultimo tratto ci ha condotti a Jesi, città elegante e viva, ma sempre ancorata alla sua anima agricola. I campi di grano già riposavano dopo il raccolto, ma le vigne ancora danzavano sotto il cielo. Lungo la strada, abbiamo visitato Villa Bianchi di Umani Ronchi, una delle cantine più iconiche della zona. Qui, tra una degustazione e l’altra, ci siamo confrontati sul viaggio: sulle pedalate, le salite, i sapori, ma soprattutto sulla meraviglia che avevamo respirato. Arrivare a Jesi è stato come chiudere il cerchio. Siamo entrati in città stanchi ma felici, con la consapevolezza di aver percorso un pezzo d’Italia che merita di essere vissuto senza fretta, come un bicchiere di buon vino bevuto al tramonto.

Perché scegliere il Wine Safari nelle Marche?

Perché è un viaggio a misura d’anima. Un’esperienza autentica, tra le dolci colline marchigiane, perfetta per chi ama il cicloturismo, il buon vino e la bellezza della lentezza. In autunno, tutto si colora, si raccoglie, si assapora con più intensità. E le Marche, con i loro paesaggi ondulati e la loro accoglienza sincera, sanno regalare emozioni che restano.